lunedì 13 dicembre 2010

Viola da Gamba Tenore




Testa in stile Cremonese
Abbiamo visto negli ultimi decenni delle bellissime Viole da Gamba quasi sempre mantenute nel loro stato originale. Con il "Revival" della musica antica suonata con strumenti originali, sono state fatte molte copie di questi eleganti esemplari. La famiglia delle Viole da Gamba si differenzia da quella del violino per avere sei corde, ad intervalli musicali di quarte tra corda e corda, ha inoltre delle tastature in budello sul manico, mobili per aggiustare i semitoni.

Le Viole Inglesi sono state rese popolari soprattutto dalla Dolmech Society, quasi un secolo fa. Queste Viole erano molto sobrie con alcune parti ornate come i bordi e i fori armonici o "C" , con materiali vari come l'avorio , la tartaruga, l'ebano e la madreperla. Il più famoso costruttore fu Barak Norman. Caratteristica di queste Viole Inglesi è quella di avere sul cavigliere una chiocciola traforata, che sostituiva una testina scolpita.

La musica per Viole da Gamba fu molto  eseguita nel Rinascimento creando degli insiemi con tutta una famiglia di Viole che avevano diversi ruoli: dal basso, al tenore, passando dal contralto e finalmente al soprano, ed erano chiamate “Chest of Viols”. Questa musica era molto profonda, e anche difficile da eseguire per le sue complessità armoniche.

In Francia la Viola da Gamba basso o “Basse de Viole” ha goduto di una grande predilezione, e molti compositori erano dei virtuosi dello strumento come Marais, Couperin , Saint Colombe e Forqueray. Questa Viola aggiunse una settima corda nel registro dei bassi, per creare un suono più grave, infatti il carattere "grave" di questa musica era così intenzionale che l'improvvisazione e l'ornamentazione veniva limitata da indicazioni fatte sulla partitura.  Alla fine del XVIII secolo entrò in voga una Viola soprano a cinque corde, chiamata “Quinton”,  il quale piú celebre costruttore fu Louis Guersan.

In Germania la Viola era anche molto usata dai compositori che precedettero a Bach.  Anche Bach lasciò tre Sonate per Viola da Gamba e basso continuo, venne utilizzata da lui anche nelle Passioni di San Matteo e San Giovanni, e nello splendido concerto “Brandeburghese” n. 6 dove sembra voler annunciare la fine della sua storia sospendendo completamente la sua voce nel secondo movimento; quasi come a voler dimostrare che la Viola da Braccio poteva essere tanto più efficace e commovente che quella da Gamba.

Il più impressionante artefice delle Viole da Gamba é stato indubbiamente Joachim Tielke, di Amburgo, che ha ornato nei modi più incredibili gli strumenti che ha costruito.  In Italia le Viole da Gamba si sono sviluppate nei più svariati modi e forme, se ne può apprezzare negli affreschi la varietà e la fantasia.  Alla fine del XVI secolo a Venezia avevano sperimentato tutto quanto fosse stato possibile sperimentare. Sono conosciute  da  molti le Viole fatte a Brescia da diversi artigiani anche prima di Gasparo da Saló.  A Cremona con la musica di Monteverdi, indubbiamente i più noti liutai hanno costruito delle bellissime Viole da Gamba, delle quali esistono solo pochissime pervenute a noi. Nei disegni di Stradivari che sono esposti in biblioteca ci dono diversi modelli.  È conosciuta una Viola da Gamba basso costruita dai fratelli Amati nel 1611 che appartiene alla collezione del museo Ashmolean a Oxford, con una identificazione nel fondo dietro il manico, si tratta di una "M" che indicherebbe presumibilmente l'appartenenza ai Medici. Nel 1988 è apparso dal nulla un esemplare fratello di questa Viola , che sarebbe un tenore. Questa Viola tenore é venuta insieme ad altri interessantissimi strumenti da Mosca in occasione della Triennale degli Strumenti ad arco a Cremona.  Anche essa porta il marchio della "M" come il basso di Oxford. Lo strumento che noi esponiamo nelle fotografie é una Viola tenore sullo stile degli Amati costruita da Lucia nell’anno 1997. Le misure principali sono:  Lunghezza della cassa 495 mm.  Larghezza superiore 252 mm.  Nelle "C" 170 mm. Larghezza inferiore 313 mm.  Le fasce iniziano con un'altezza di 85 mm. fino a 80 mm. Per finire dopo la piega sul manico in 57 mm.  La lunghezza della corda vibrante é di 730 mm.

Una delle caratteristiche di queste Viole era, a differenza di tutte le altre Viole da Gamba fatte all'estero, la presenza di bordi sulle tavole; il riccio é intagliato sul manico, le effe come fori armonici, e il contorno molto simile a quello del violinoe la sua famiglia. Nonostante il fondo sviluppi una grossa bombatura come quella dei violini, conserva la caratteristica della piega piatta verso la vicinanza del manico. Questa caratteristica si può osservare in alcuni contrabbassi moderni, unico superstite attuale della famiglia delle  Viole da Gamba.




lunedì 15 novembre 2010

Il Violoncello Piccolo

Costruito a Caracas nell 1993 da Matías e Lucia.

Questo strumento é un violoncello di dimensioni ridotte usato dalla metá del Cinquecento fino al 1750. A differenza del violoncello che tutti conosciamo questo strumento ha 5 corde. La sua  accordatura é  mi-la-re-sol-do, questo consente allo strumento di avere la possibilitá di suonare repertori non strettamente destinati al violoncello tradizionale.
Lunghezza della Tavola Armonica: 695mm.
Ci sono numerose Cantate di Bach dove viene indicata la voce del violoncello piccolo, e pure in due casi, nelle  Cantate n.6 e n. 41, la parte del violoncello piccolo é inserita nella parte del violino, questo fa pensare che i ruoli degli strumenti erano spesso scambiati secondo la disponibilitá dei musicisti. Alcuni autori italiani scrivono per questo strumento: Giuseppe Sammartini scrive il Concerto  per violino o violoncello piccolo ed Orchestra; Giuseppe Valentini scrive Allettamenti Musicali per violino o violoncello piccolo e basso continuo; Leonardo Leo, il Concerto per Violoncello e Archi (questo autore ha scritto sei concerti, tutti notati in chiave di tenore, la scrittura in questa chiave é un forte indizio di come le musiche siano state pensate per questo strumento).
Abbiamo avuto il piacere di sentire la registrazione realizata da Mauro Valli con questo strumento, sull'opera strumentale di Angelo Berardi, come strumento principale.
Oggi i gruppi barocchi europei stanno usando sempre piú spesso questo strumento.

lunedì 27 settembre 2010

Liutaio, strano mestiere!



Liutaio,  strano mestiere!

Il mestiere di liutaio è davvero un mestiere strano... basta sentire la reazione delle persone che chiedono: Che lavoro fai? Qual'è la tua professione? alla risposta "Liutaio" c'é sempre una esclamazione di sorpresa e di meraviglia, inoltre la maggioranza delle persone dice di non essere mai stati in un laboratorio. Dopo incomincia la lunga lista di domande: Quali legni usate? Quanto tempo ci vuole per fare un violino? Ma come  sapete  se lo strumento funziona? Dovete anche saper suonare gli strumenti che costruite? Non usate le frese? E la carta vetro?  Le vernici allo spray?  Le lacche alla nitro? Ma come fate ad estrarre i coloranti da radici e legni?, Verniciate col pennello? Ma come si fa un manico? La chiocciola davvero la scolpite da un blocco? Le tavole della cassa non sono piegate?...e così via... ma come è possibile che ancora oggi questo mestiere possa esistere?.....eppure!
Un altro tema di discussione é: perché costruire degli strumenti a mano quando si trovano strumenti molto simili a bassissimi prezzi, che provengono dalla Cina, e suonano anche! Sappiamo che ci sono anche persone che sono atratte da questi strumenti, e che per loro questi sono validi. Modelli di strumenti rari, antichizzati, con legni stagionati e con marezzature attraenti.
Invece noi crediamo che il mestiere deve essere conservato così com’è, come opera d'arte, vera e unica, dove la mano del liutaio diventa come la mano del pittore, dove non ci sarà mai un violino uguale ad un altro, così come nemmeno un legno uguale ad un altro e la magia è proprio quella. Cosa c’è di più magico che pensare che la vita degli strumenti, se conservati nel modo giusto,  può essere eterna!....Loro vedono passare un susseguirsi infinito di musicisti che li suona, mentre loro sono sempre li, pronti a far sentire la propria voce impressa dall’anima dell'ultimo musicista che ha saputo plasmare quel suono! Questi musicisti desiderano uno strumento fatto come si faceva tradizionalmente.
Riguardo alla sua costruzione non bisogna tener conto del luogo da cui proviene il suo autore, ma quale percorso egli abbia fatto e con quale mistica intraprenda il proprio mestiere. Bisogna sapere che molti cinesi hanno fatto aprendistato nelle migliori scuole europee e americane, ma non tutti sono rimasti a fare il mestiere come vuole la tradizione. Basta aprire uno di questi strumenti, aggiustare una crepa sulla tavola, per notare che all'interno si é perso completamente il linguaggio che ci sembrava di scorgere dall’esterno: solchi di sgorbie, tracce di frese, colature di vernice, controfasce di qualsiasi misura, spessori approssimativi. Inoltre molte volte noi liutai abbiamo fatto fatica a trovare il legno che avremmo desiderato, perché loro avevano comperato la porzione di bosco giá prima che gli alberi fossero abbattuti, e per diversi anni consecutivi.
 Il liutaio, nel suo intimo spazio invece fa il meglio di sé. Scieglie pezzo per pezzo, lo stagiona nel modo piú naturale, lo lascia invecchiare,  e quando é il tempo giusto esegue l'opera che può durare mesi, curandone ogni piccolo dettaglio. Infine dopo avere compiuto la verniciatura vive l’emozione del giorno in cui finalmente sente la sua voce; allora accorderà lo strumento, mentre qualcuno entra dalla porta per provarlo e scoprire le sue potenzialità.

giovedì 9 settembre 2010

Viola d'amore italiana

 Diversi autori del '700 italiano hanno scritto musiche per questo strumento, tra i piú importanti  Vivaldi e Ariosti. L' origine del suo nome é stato molto discusso attribuendolo al tema dell'amore e il puttino, altri pensano che il nome provenga dall'influenza di strumenti orientali con molte corde di risonanza provenienti "dai mori"(India, Turchia, Egitto).
Costruita a Caracas nel 1989 da Lucia Valli. 

martedì 7 settembre 2010

a Faenza

                                              
                                                  violino di Matías Herrera e viola di Lucia Valli
                                                      in fase di verniciatura sui tetti di Faenza

lunedì 6 settembre 2010

Ecco chi siamo noi



Diplomati entrambi all’Istituto IPIALL (Istituto Professionale Internazionale per l’Artigianato Liutario e del Legno) nell’anno 1982 con il Maestro G.B.Morassi.  Frequentano un corso di Restauro durante i 2 anni successivi con il Maestro Bruce Carlson. Hanno poi dato avvio alla professione stabilendosi per un lungo periodo (1984-2005) a Caracas - Venezuela , dove hanno prestato servizio al mantenimento di strumenti ad arco nelle diverse orchestre del paese. Parallelamente si dedicano alla costruzione dei più svariati strumenti: violino, viola, violoncello, viola d’amore, viola da gamba, liuto, chitarra, pochette, violoncello piccolo, arpeggione e un Baryton, ora  in via di costruzione. I loro strumenti sono in mano di concertisti di diverse nazioni: Spagna, Francia, Italia, Venezuela, Costa Rica, Svizzera, Giappone, Stati Uniti, Messico, Germania, Inghilterra, Austria, Uruguay e Isole Canarie,  Attualmente risiedono e lavorano a Faenza (Ravenna) operando saltuariamente anche a Caracas.

sabato 4 settembre 2010

Chi sono io?

                



anticaliuteriaherreravalli@gmail.com                luciernaga29@gmail.com                   herrmatias@gmail.com

Faenza (RA) Italy